Un angelo polveroso rimpianto da tutti.
FRA DANIELE MASTROCOLA
Negli anni 60 tra i contadini del Fucino raccoglieva beni per i bisognosi
Una biga trainata da un cavallo dentro una nuvola di polvere. Cosi, nelle strade assolate del Fucino, fra Daniele andava in visita ai contadini, intenti a lavorare i campi. La fronte imperlata di sudore, il saio intriso di polvere, il fiato corto per via del caldo torrido, il frate trascorreva il pomeriggio tra i coltivatori per raccogliere la questua da destinare al Convento e ai poveri. Resta scolpito, nel ricordo di chi lo ha conosciuto in quei frangenti, l'immagine di un uomo che, col suo linguaggio semplice e a volte un po' rude, sapeva parlare direttamente al cuore. Senza infingimenti, con le parole e i gesti che solo chi porta dentro di sé la fede riesce a trovare, "Quando arrivava", dichiara uno dei testimoni di quegli incontri, "portava sempre una carica di allegria. Smontava dalla biga, un po' ansante per il gran caldo, e aveva per ognuno di noi, alle prese col duro lavoro dei campi, parole. di incoraggiamento. Scambiava rapide battute con vari gruppi di contadini, poi risaliva sulla biga e continuava nel suo giro. Difficile dimenticare i particolari di quegli incontri con fra Daniele, durante la trebbiatura, mentre nell'aria rovente si alzava la polvere della strada e pulviscolo della mietitura.
CHI ERA
Si chiamava Daniele Giuseppe Mastrocola ed era nato il 4 luglio 1908 a S. Martino sulla Marrucina. Nel 1925 la svolta della sua vita con l'ingresso, giovanissimo, nell'Ordine dei Cappuccini che servi fino alla fine dei suoi giorni con impagabile impegno. La sua storia è legata a doppio filo ad Avezzano poiché, dopo esservi stato assegnato, vi rimase ininterrottamente per alcuni decenni, lasciando un ricordo incancellabile nei fedeli. Tutti lo rivedono, con la sua massiccia figura e la barba lunga, passare tra i banchi della chiesa per riscuotere la questua; sempre con quell' atteggiamento, umile e brusco al tempo stesso, che ne connotava i modi. In pochi anni conquistò la simpatia generale e non solo tra gli abitanti del quartiere S. Francesco. Morì dopo una lunga malattia, a 71 anni, il 2 agosto del 1979.
OMAGGIO A UN UMILE FRATE
La piazza del convento intitolata a fra Daniele
Dal 23 Dicembre 2006, nella toponomastica del Comune di Avezzano, figurà anche Piazza 'Fra Daniele'. La cerimonia di intitolazione dello spazio antistante la Chiesa dei Cappuccini, in via Lago di Scanno, si è svolta l'antivigilia di Natale alle 15.30. II sindaco di Avezzano, Antonio Floris, ha recepito le proposte del Comitato S. Francesco e l'ha tradotte in atti operativi. Una prova di sensibilità e un meritato riconoscimento, oltre che dell'attivismo sociale dell'organismo di quartiere, dell'opera di un religioso, fra Daniele, che seppe farsi amare dagli avezzanesi. Non una cerimonia meramente formale, dunque, ma un omaggio, autentico e sentito, a un frate il cui lascito messianico è patrimonio, umano e spirituale, di tutta la comunità. Del resto, fra Daniele ha servito per decenni al Convento e Avezzano era diventato a tutti gli effetti la sua città adottiva. Al 'battesimo' della 'nuova' piazza hanno partecipato autorità civili e religiose tra cui il sindaco di Avezzano, Antonio Floris, Franco Palumbo assistente nel Convento dei Cappuccini e, in rappresentanza del Comitato S. Francesco, il presidente Antonio Mastrangelo.
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